Theory and History of Ontology (www.ontology.co)by Raul Corazzon | e-mail: rc@ontology.co

Eleatica. Indice dei volumi della collana

Contents of this Section

Heraclitus and Parmenides

Bibliografia

  1. Cordero, Néstor-Luis [et al.], ed. 2008. Eleatica Vol. 1: Parmenide scienziato? Sankt Augustin: Academia Verlag.

    A cura di Livio Rossetti e Flavia Marcacci.

    Indice: (L. Rossetti - F. Marcacci: Introduzione 7; N.-L. Cordero: Parmenide scienziato? 31; N.-L. Cordero: Postscriptum 2007 78;

    Il dibattito.

    G. Cerri: Testimonianze e frammenti di scienza parmenidea 83; F. Gambetti: Il Parmenide medico negli studi del Novecento 91; A. Hermann: Negative Proof and Circular Reasoning 103; M. Pulpito: Ta dokounta: oggetti reali di opinion false 113; C. Robbiano: Attento alle opinioni: non ti condurranno alla verità! Ma imparale: sono utili e appropriate al loro oggetto 123; L. Rossetti: Perché Parmenide non rinunciò alla seconda sezione del poema, mentre i suoi allievi lo fecero? 133; A. Wacziarg: For a Rehabilitation of the Parmenidean doxa 143;

    La replica del Prof. Cordero 153;

    Gli autori 161; Indice dei nomi 165.

    "Il pensiero di Parmenide e stato identificato con le sole teorie svolte nella prima parte del monologo della dea fin dai tempi di Platone, anzi fin da prima: gia nel caso di Melisso e Gorgia, e probabilmente anche nel caso di Zenone e Protagora, cio che fece impressione, cio che ci si affannò a difendere - o attaccare - non furono questa o quella tessera del sapere doxastico sui piu diversi fenomeni naturali, ma unicamente la dottrina dell’essere svolta nel primo logos. Si puo ben dire dunque che, una volta reso pubblico il poema, pochi decenni furono sufficienti per il formarsi di una communis opinio, poi recepita senza la minima esitazione anche da Platone, secondo la quale la dottrina dell’essere costituisce l’insegnamento di Parmenide, il suo pensiero, e in un certo senso lo esaurisce." (pp. 1-2)

    (...)

    "In effetti, una volta individuata 1’esistenza di una doxa ‘buona’, e assu-mendo come accertata 1’esistenza di un’ampia seconda parte del poema nel corso della quale veniva presentato un vasto e articolato sapere peri physeos, diventa quasi automatico spingersi a pensare che Parmenide (A) abbia fermamente creduto anche nella validita del sapere peri physeos da lui stesso elaborato, (B) abbia investito energie cospicue anche nella costruzione di quel particolare sapere al quale dedicò, come sembra, i 3/4 o addirittura i 4/5 dell’intero poema; (C) in quel contesto, abbia elaborato una piu che creativa congettura sulla forma del cosmo(20), un piu che rispettabile iatrikos logos e una serie di altre teorie su question! particolari, mediamente degne di attenzione; D) nondimeno abbia insistito nel far presente che questo suo sapere peri physeos, per quanto rispettabile, non poteva reggere il confrontovon il supremo sapere peri tou ontos professato nella prima parte del poema (pp. 20-21)

    (20) Trovo pertinente ricordare che, come ha efficacemente segnalato il Cerri (o.c., p. 266 ss.), la teoria parmenidea delle στηφάναι costituisce un preciso e inequivocabile antecedente del modello di cosmo a sfere concentriche successivamente sviluppato da Eudosso e Aristotele. Il fatto che Aristotele non menzioni Parmenide allorché, nel De caelo, discute delle sfere concentriche non potrebbe certo valere come indizio del contrario.

  2. Rossetti, Livio, and Pulpito, Massimo, eds. 2012. Eleatica Vol. 2: Zenone e l'infinito. Sank Augustin: Academia Verlag.

    Indice: An overview 7; L. Rossetti - M. Pulpito: Introdfuction 13; J. Barnes: Zenone e I'infinito 37;

    Preface 38; 1. Zenone paradossologo 39; 2. L'infinito 48; 3. La Dicotomia 56; 4. Atomi 65; 5. Partizioni 77; 8. Addizioni infinite 85; 9. ’ Sequenze infinite 102; 8. Una soluzione del problema? 112;

    II dlbattito 119

    C. Antonopoulos: An Infinity of Priorities 121; M. Bonelli: La dicotomia di Zenone ovvero l’anacronismo anglosassone 135; N.-L. Cordero: Commentaire à propos du Zenon de Jonathan Barnes 141; F. Gambetti: Zenone filosofo e Parmenide scienziato 145; M.G. Lorenzi e M. Francaviglia: I paradossi di Zenone e la meccanica quantistica 151; M. Pulpito: Partizioni infinite. Zenone, Barnes e la grandezza dei corpi 159; L. Rossetti: Un filosofo senza filosofia 171;

    La replica del Prof. Barnes: Some Notes and Queries 185;

    Gli autori 211-213.

    "Il ciclo di conferenze che si tiene annualmente ad Ascea presso la Fondazione Alario per Elea-Velia (a nemmeno tre km dagli scavi) e che raccoglie una comunità di studiosi interessati ai temi riguardanti la filosofia presocratica e, in particolare, queIla eleatica, ha avuto come docente invitato, per l’edizione 2008-2009, il Professor Jonathan Barnes. Le sue lezioni magistrali costituiscono il nucleo centrale di questo libro. Esse vertevano sui paradossi di Zenone e hanno aperto un intenso dibattito di carattere sia filosofico sia storico, che ha coinvolto diversi partecipanti.£ (p. 19)

    (...)

    "Il problema, secondo Barnes, è proprio che [Zenone] non vi riesce, perché l’argomento da lui proposto, come si è visto, riposa su una premessa falsa: l’idea che la somma di un numero infinito di quantità sia necessariamente infinita. Che sia un argomento fallace lo si dimostra molto semplicemente: posto che il volume del corpo iniziale sia finito, di qualunque grandezza siano le parti che scegliamo, la loro somma sarà sempre pari al volume totale, che per ipotesi è finito. Ammesso che il volume di un corpo sia pari alla somma delle parti di qualsiasi partizione, allora le varie partizioni dovranno essere tutte uguali fra loro (perché tutte uguali al volume iniziale del corpo finito): di conseguenza, la somma degli elementi di nessuna di esse darà per risultato una grandezza infinita. Barnes osserva, in chiusura, che la migliore confutazione di Zenone resta quella di Antistene, mettersi a camminare (sebbene si tratti, probabilmente, di una leggenda). Ciò che Antistene ha fatto per rivendicare la realtà e la comprensibilità del movimento, avrebbe potuto farlo anche per la grandezza delle cose, richiamandosi all’evidenza empirica della finitezza dei corpi, così come, secondo leggenda, egli si era richiamato all’evidenza del movimento. Certo, egli avrebbe dimostrato che Zenone è in errore, ma non dove e come. Mostrare dove esattamente si nasconde Tenore di Zenone è, secondo Barnes, un proficuo esercizio filosofico, complesso ma gratificante. Per dirla con Platone, una utilissima gymnasia." (p. 24)

  3. ———, eds. 2013. Eleatica Vol. 3: Parmenide. Suoni, immagini, esperienza. Sank Augustin: Academia Verlag.

    Indice: Livio Rossetti, Massimo Pulpito: Introduzione 7;

    Maria Laura Gemelli Marciano: Parmenide: suoni, immagini, esperienza. Con alcune considerazioni ‘inattuali’ su Zenone 43;

    Il dibattito.

    Commenti alle lezioni su Parmenide.

    Giovanni Casertano: Osservazioni sul Parmenide di Laura Gemelli Marciano 129; Néstor-Luis Cordero: Risposta a Laura Gemelli Marciano 140; Gabriele Cornelli: Il Parmenide che non volevamo vedere 145; Enrique Hülsz Piccone: Some comments on L. Gemelli Marciano’s ‘Lezioni eleatiche’ 149; Alexander P. D. Mourelatos: Sounds, images, mysticism, and logic in Parmenides 159; Lidia Palumbo: Commento a Laura Gemelli 178; Massimo Pulpito: Se una notte d’inverno un eleate 186;

    Commenti alla lezione su Zenone.

    Antonietta D’Alessandro: Quale origine per il gioco di immagini e parole nei logoi di Zenone? 197; Livio Rossetti: Un contesto per i paradossi di Zenone 206;

    La replica della Prof. M. L. Gemelli Marciano 215;

    Bibliografia 289; Gli autori 301.

    " Per LGM [Laura Gemelli Marciano] la peculiare cultura della Magna Grecia dell’epoca ha segnato in profondità gli scritti di Parmenide - e di Zenone - per cui è possibile comprendere appieno la loro opera e il loro pensiero solo a condizione di riscoprire i connotati inequivocabilmente esoterici che entrano in gioco e restituire loro il giusto peso.

    Come abbiamo ricordato, la sua presa di posizione trova i suoi più intuitivi punti di riferimento in note opere di Walter Burkert e di Peter Kingsley, mentre si delinea una sorta di vero e proprio scontro frontale con i molti interpreti che hanno invece ravvisato in Parmenide un campione del rigore logico-deduttivo e il promotore di un sapere sull’essere, eventualmente anche di un sapere sul mondo fisico e i fenomeni biologici (per converso, l’impostazione difesa da LGM raccoglie vasti consensi tra gli studiosi del pitagorismo). A questo riguardo la contrapposizione è molto netta e, non a caso, è emersa anche nel dibattito seguito a queste Lezioni Eleatiche.

    Sarebbe tuttavia fuor di luogo generalizzare, in quanto il panorama dei consensi e dei dissensi si fa subito più articolato se si considerano alcuni punti qualificanti." (p. 10)

    (...)

    "Un ultimo presupposto di cui liberarsi, quello forse più radicato nella tradizione ermeneutica occidentale, consiste nel vedere in Parmenide un metafisico, un logico o uno scienziato, in ogni caso un filosofo mosso da mere esigenze speculative, cioè volto a ottenere la conoscenza fine a se stessa, senza ulteriori scopi pratici. Ma questa immagine del filosofo speculativo non si applica al Parmenide storicamente vissuto ad Elea, essendosi formata ad Atene negli ultimi decenni del V secolo. Tale è la figura del meteòrologos elaborata, ad esempio, per Anassagora e quelli come lui, e, in seguito, proiettata retrospettivamente su personaggi più antichi. Questa interpretazione comporta non solo la marginalizzazione del proemio, inteso come una sezione del poema oscura e del tutto accessoria, puro ornamento letterario, ma anche la perdita di un elemento, che invece LGM giudica essenziale per la comprensione dell’opera, e cioè la struttura fonica del poema. Come per molti altri testi mistici, anche nel poema l’ordine dei suoni non è casuale o funzionale solamente alla trasmissione di un contenuto. La ripetizione di suoni o di versi con l’attenzione focalizzata esclusivamente sui suoni notoriamente costituisce, infatti, nelle varie tradizioni religiose una pratica corrente nel raggiungimento di altri stati di coscienza. È su questo piano (del tutto inedito nella storia delle interpretazioni parmenidee) che bisogna riconsiderare il poema, e cioè riscoprirne la tessitura fonica, al fine di comprenderne l’impatto fisico, reale, diretto sugli uditori anche indipendentemente da ciò che le parole significano." (p. 15)

  4. Casertano, Giovanni [et al.]. 2015. Eleatica Vol. 4: Da Parmenide di Elea al Parmenide di Platone. Sank Augustin: Academia Verlag.

    A cura di Francesca Gambetti e Stefania Giombini.

    Indice: Francesca Gambetti and Stefania Giombini: From Parmenides to Plato: an overview 7; Francesca Gambetti and Stefania Giombini: Da Elea ad Atene: verità, linguaggio, politica 15; Giovanni Casertano: Da Parmenide di Elea al Parmenide di Platone 43;

    II dibattito.

    Nestor-Luis Cordero: L’insoutenable poids des ‘absences’ dans l’interpretation parménidienne de Casertano129; Maria Carmen De Vita: Essere, pensare, nominare: alcune riflessioni su Gorgia e Platone 136; Sergio Di Girolamo: τό έόν, τό παν e «quelle che uno può ritenere che siano idee» (Parm. 135e3-4) 141; Franco Ferrari: L’essere (e il non essere) nel Parmenide di Platone148; Francesco Fronterotta: Sulla natura del genere del diverso nel Sofista 153; Francesca Gambetti: II tradimento di Platone 159; Stefania Giombini: Per un profilo di Gorgia 165; Silvio Marino: Logica e dialogica. Analogia e dialettizzazione della realtà nel pensiero platonico 169; Lidia Palumbo: Commento alle lezioni eleatiche di Gianni Casertano 176; Massimo Pulpito: La versione di Seniade e il parricidio performativo di Platone 182; Sofia Ranzato: Il Κούρος diventa maestro: note sull’incontro tra Socrate e Parmenide 192; Fernando Santoro: Itinerarios das ideias 199; Alessandro Stavru: La δόξα appare? Nota a DK 28B1,28-32 e B8,51-61 206;

    Giovanni Casertano: Le repliche 211;

    Gli autori 231-235.

    "Il cursus studiorum di Giovanni Casertano (d’ora in poi GC) rappresenta una delle espressioni più originali e significative di questo importante ripensamento ermeneutico avvenuto nel secolo scorso, di cui anche il presente volume è esempio. GC esordì, come è noto, con ricerche sulla sofistica e su Parmenide (con la ‘rivoluzionaria’ monografia del 1978, Parmenide, il metodo la scienza l’esperienza), per poi approdare ad ampie e profonde letture dei dialoghi platonici, non senza aprire ulteriori finestre su autori come Empedocle e Protagora. Accenniamo appena a questo lungo percorso di GC perché di recente esso è stato oggetto di molteplici interventi in occasione di λόγον διδόναι. La filosofia come esercizio del render ragione, la Festschrift in suo onore curata da Lidia Palumbo che gli venne presentata proprio in occasione delle sue Lezioni Eleatiche del 2011.

    Per le ragioni indicate, la scelta di dedicare queste Lezioni Eleatiche al complesso tragitto che da Parmenide conduce a Platone ha significato toccare le principali tappe del suo ricco itinerario di ricerca, dunque spostare l’attenzione da singole questioni storiografiche al filo conduttore che ha ispirato un complessivo ripensamento di questa cruciale fase del pensiero antico.

    (...)

    "Gli assi portanti delle Lezioni Eleatiche di GC che, dunque, risultano euristica-mente fecondi sono due: il primo riguarda la rielaborazione protagorea e gorgiana del parmenidismo, come training filosofico formativo di Platone, nella quale l'ontologia è ridotta a logologia e il λόγος assume il ruolo fondativo della realtà.

    Il secondo asse invece descrive il tentativo di Platone di ristabilire il primatodel piano ontologico su quello logico: a causa dell’impossibilità di fondare ontologicamente il non essere attraverso la risoluzione del falso nell’alterità, intesa come diversità della relazione predicativa rispetto a ciò che pretenderebbe di descrivere, Platone è di fatto costretto a riaffermare la centralità del linguaggio e quindi la prospettiva sofistica, specialmente quella gorgiana." (pp. 16-17)

  5. Pulpito, Massimo, ed. 2016. Eleatica Vol. 5: Melissus between Miletus and Elea. Sank Augustin: Academia Verlag.

    A cura di Masimo Pulpito.

    Indice: M. Pulpito: Initroduzione. Lo Straniero di Samo 9;

    Le lezioni

    J. Mansfeld: Melissus between Miletus and Elea 71;

    I Eleatic philosophy without tears 71; II Melissus in the ancient tradition, from Isocrates to Simplicius 85; III Further problems 95; References 108;

    II dibattito

    G. Calenda: Melisso: il tradimento del pensiero eleatico 115; P. Curd: Ruminations on Mansfeld’s Melissus 123; 5. Daniele: linmobilita e vuoto in Parmenide e Melisso 129; S. Di Girolamo: ()i τοΰ δλου στασιώται. Il Teeteto su Parmenide e Melisso in rapporto al problema mereologico 137; F. Marcacci: Sulla logica dimostrativa di Melisso 145; J. Palmer: The early tradition on Melissus and Parmenides 150; M. Pulpito: Udire suoni o ascoltare parole? Un commento a Mansfeld su 30 B8 DK 157; C. Robbiano: Parmenides’ and Melissus’ being without not-being 165; L. Rossetti: Un Melisso molto innovativo 175;

    La replica del Prof. Mansfeld: Some Comments on Comments 180;

    Gli autori 192; Indice dei nomi 196-201.

    "Negli ultimi due secoli - con una certa approssimazione - si possono riconoscere due grandi periodi nella ermeneutica parmenidea. Nel primo si è sostenuta un’interpretazione che ha costituito, fino alla prima metà del Novecento, la lettura standard di Parmenide: essa ha di fatto misconosciuto la sezione fisica, la cosiddetta Doxa, relegandola a pura appendice senza alcun valore conoscitivo o epistemologico, perché incompatibile con la prima parte del poema, quella sulla Verità. Si è trattata, come oggi appare evidente, di una lettura inconsapevolmente ‘melissiana’ di Parmenide (come già nell’antichità fecero personaggi come l’epicureo Colete di Lampsaco), fondata sulla eliminazione del mondo fisico e la sua riduzione a mero piano illusorio. Ciò però ha danneggiato Melisso, poiché la sua dottrina potè essere intesa non come un parto originale del suo pensiero, ma come un clone di quella del suo illustre predecessore. E così, l’aver reso Parmenide una sorta di Melisso di Elea ha sottratto al Samio l’originalità, ossia la condizione minima per essere ritenuto filosofo degno d’attenzione.

    (...)

    Ma come s’è detto, c’è poi stato un secondo periodo. Più o meno a partire dalla metà del Novecento si è fatta strada con sempre più forza una nuova famiglia di interpretazioni di Parmenide, molto diverse tra loro (e prevedibilmente conflittuali), ma tutte accomunate dalla radicale messa in discussione della lettura classica e quindi da una più o meno robusta rivalutazione della sezione fisica del poema, al punto che oggi si può dire che il paradigma si sia del tutto rovesciato ed è raro incontrare sostenitori del vecchio approccio anti-naturalistico. Questa riscoperta della Doxa (o comunque del sapere naturalistico parmenideo) ha evidentemente impedito la precedente identificazione tra la dottrina di Melisso e quella di Parmenide, poiché (nonostante alcuni audaci tentativi esegetici in controtendenza) l’ammissione dell’esistenza di un piano doxastico o fisico accanto a quello dell’Essere, è del tutto assente nel filosofo di Samo.

    (...)

    Da questo mutamento di schema interpretativo, dunque, Melisso non ne è uscito avvantaggiato: egli diviene una sorta di Straniero di Elea - in questo caso di Samo - che, come il protagonista del Sofista platonico, si macchia di un parricidio nei confronti del maestro. Ma nel un caso non si tratta di un delitto filosoficamente fecondo, come quello platonico; al contrario, la sua diviene piuttosto una sterilizzazione forzata del parmenidismo.

    (...)

    < Cionondimeno, le linee di ricerca su Melisso emerse negli ultimi decenni (ma in fondo già all’opera nel primo dei due periodi ora menzionati, seppure ancora in modo germinale) hanno giudicato il pensatore di Samo meritevole di maggiore considerazione, in alcuni casi del tutto simpatetica, e anche laddove non sono giunte fino ad una sua piena riabilitazione critica, hanno offerto un contributo alla ricostruzione

    del suo pensiero che segue nuove strade.

    (...)

    Ma per comprendere appieno il quadro interpretativo nel quale s’inseriscono le Lezioni Eleatiche di Mansfeld, è utile gettare un rapido sguardo agli studi dedicati a Melisso negli ultimi cinquant’anni (e qualcosa di più)." (pp. 20-22)

  6. Cerri, Giovanni [et al.]. 2018. Eleatica Vol. 6: Dall'universo-blocco all'atomo nella scuola di Elea: Parmenide, Zenone, Leucippo. Sank Augustin: Academia Verlag.

    A cura di Massimo Pulpito e Sofia Ranzato.

    Indice:

    Introduzione: M. Pulpito - S. Ranzato: L'atomismo come metamorfosi dell’eleatismo 11;

    Le lezioni

    G. Cerri: Dall’universo-blocco all’atomo nella scuola di Elea: Parmenide, Zenone, Leucippo 49;

    II dibattito

    G. Calenda: Dall’essere di Parmenide agli atomi di Leucippo: un’improbabile discendenza 145; G. Casertano: Una piccola osservazione a Giovanni Cerri 152; N.-L. Cordero: L’être parménidien selon Cerri: une realité... irréale 154; W. Fratticci: Ma veramente ‘il Parmenide scienziato si identifica col Parmenide filosofo’? Considerazioni a margine delle lezioni eleatiche di Giovanni Cerri 158; F. Gambetti: Parmenide physiologos della relatività 164; F. Passa: Troppi modi di ‘essere’? Giovanni Cerri legge Parmenide 170; F. Piergiacomi: La razionalità e necessità della nascita. Leucippo in dialogo-polemica con gli Eleati 177; M. Pulpito: Contro il moto. Nota su un’ipotesi di Cerri circa le aporie di Zenone 189; S. Ranzato: Alla fine del progresso conoscitivo umano c’è I’eon di Parmenide? 200; L. Rossetti: Tre versi enigmatici: B8, 50-52 206;

    La replica del Prof. Cerri 214;

    Gli autori 251-254.

    "Secondo Giovanni Cerri (GC) il punto di partenza della riflessione parmenidea è una ricerca scientifica lunga e laboriosa fondata sulle due componenti della rilevazione sperimentale e del ragionamento matematico-geometrico. In entrambe, GC individua una comune tendenza a identificare tra loro diversi elementi in un processo che porta a semplificare la complessità del reale e, così, a comprenderla meglio.

    (...)

    Sulla base del fatto che, in greco, il concetto di uguaglianza da noi formulato con il segno = si esprimeva con l’espressione «è» (est), GC ipotizza che questo sia il senso del verbo ‘essere’ su cui insiste l’Eleate nella sua opera. Su questa ‘epistemologia equazionale’ si basa il nuovo metodo conoscitivo che Parmenide contrappone al sapere tradizionale dei poeti e alle nuove ricerche storico-gcografiche di tradizione ionica (historie), entrambi basati su un accumulo di nozioni tra loro diverse (polymathie) senza che via sia una vera comprensione scientifica (frr. B2-8, 2a). Il risultato del graduale processo di identificazione dei diversi enti (eonta) tra loro, prospettato nel poema parmenideo, sarebbe dunque quello di ridurre la complessità del reale ad un solo ente (eon). Le caratteristiche distintive dell'eon sono elencate e descritte in B8, laddove si verifica il passaggio dall’essere copulativo-equazionale a quello sostanzialistico-esistenziale. Il fatto che esso sia subto presentato come ingenerato e imperituro riconnette la natura dell’ente parmenideo al principio - valido ancor oggi - nihil ex nihilo, nihil in nihilum, che, come ha riconosciuto Aristotele in Metaph. 1,3, 983 b 6 ss., appare il postulato fondamentale della maggior parte dei sistemi fisici dei presocratici. Tuttavia, Parmenide porta all'estremo tale assunto e individua un intervento ex nihilo in ogni forma di trasformazione, arrivando quindi a postulare, per primo, 1’esistenza di una realtà che sia anche unica, immobile, immutabile e perfettamente omogenea. Questo eon, peraltro, come suggeriscono alcuni versi di B8, è un ente reale, con una massa corporea che occupa la totalità dello spazio, non un corpo tra gli altri, ma il solo corpo in assoluto. In questo contesto, οὐκ ἐόν, ‘non ente’ viene a significare, per la prima volta, "spazio vuoto" secondo una terminologia che verrà poi ripresa da Leucippo e Democrito. Appare così chiaro che la ricerca di Parmenide si iscrive interamente nell’ambito della fisica, piuttosto che in quello della metafisica, come sembra avere riconosciuto lo stesso Aristotele in De caelo 3, 1, 298 b 21-24. E in quest’ambito, formulando l'immagine di un ente che occupa uno spazio finito illimitato in una dimensione atemporale, Parmenide anticipa le teorie di alcuni fisici moderni come Hawking e Capra. All'interno di questa linea interpretativa trova senso anche la seconda parte del poema, dove è descritto il migliore quadro del reale alla luce del sapere scientifico più aggiornato, presentato nella versione propria di Parmenide stesso e della sua scuola. Si tratta di un mondo di parvenze ingannevoli, fondato sulla fallace contrapposizione tra luce e tenebra, stabilita in base ad un’impressione sensoriale degli uomini agli albori della loro storia, ma, dietro di esso traluce la Verità dell’Essere/Uno." (pp. 20-21)

  7. Bernabé, Bernabé, Berruecos Frank, Bernardo, and Giombini, Stefania, eds. 2019. Eleatica Vol. 7: Parmenide: tra linguistica, letteratura e filosofia = Parménides: entre lingüística, literatura y filosofía. Baden-Baden: Academia Verlag.

    A cura di Bernardo Berruecos Frank e Stefania Giombini.

    Indice: Bernardo Berruecos Frank - Stefania Giombini: Introduzione. Sulla via di Parmenide: Alberto Bemabé tra linguistica, letteratura e filosofia 11;

    Le Lezioni

    Alberto Bernabé: Parménides: entre linguistica, literatura y filosofia 49; I. Parménides poeta: tradición e innovación en el proemio del poema 49; IL Parménides a través del prisma de la linguistica 72; III. Afirmar negando: compuestos negativos en Parménides 95; Bibliografia 114;

    Il dibattito

    Magali Année: Discours en creux et négation de la négation. Quelques objections à la ‘sémantique de la disjonction’ et au principe d’ ‘incompatibilité sémique’ 121; Bernardo Berruecos Frank: El Poema de Parménides y la liriea arcaica. Notas a la primera Lección Eleâtica de A. Bemabé 135; Luis Andrés Bredlow †: Espacio iniciâtico o espacio cosmològico? Una nota sobre el proemio de Parménides 146; Giovanni Casertano: Linguistica e scienza 153; Giovanni Cerri: Intervento di G. Cerri sulle Lezioni di Bemabé 2015 155; Néstor-Luis Cordero: El insoportable peso de la negación. A propòsito de la tercera Lección de A. Bemabé 157; Stefano Daniele: Lampi sul proemio. Mito, simbolo e ritualità in Parmenide B 1 DK 161; Nicola Stefano Galgano: Parmenide e la costruzione del linguaggio epistemico. Due domande a Bemabé 173; Manfred Kraus: Commento ad Alberto Bemabé, Parménides a través del prisma de la linguistica 181; Massimo Pulpito: El ‘giro linguistico’ de Parménides 189; Sofia Ranzato: Parmenide tra mito e filosofia 202; Livio Rossetti: Senso e ragion d’essere del proemio nella cornice del poema 207; Fernando Santoro: Commento alla terza Lezione di Alberto Bemabé 216;

    Alberto Bernabé: Respuestas 221;

    Alberto Bernabé - Julia Mendoza: Appendice. ‘Ser’ y ‘no ser’ en el RigVeda y en Parménides: usos diversos de un mismo recurso 253;

    Gli autori 269-274.

    "Un certo e costante interesse per Parmenide lo ha accompagnato [Alberto Bernabé] per molti anni di studio e questo rapporto con il filosofo di Elea è giunto al suo culmine con le tre lezioni magistrali che ha offerto in occasione di Eleatica 2015 nella sede della Fondazione Alario per Elea-Velia, ente promotore della sessione scientifica, nei giorni 10-12 settembre.

    La prima parte di questo nostro lavoro introduttivo ha l’obiettivo di espone e analizzare la presenza di Parmenide negli studi scientifici di Alberto Bernabé (da ora AB), con il proposito ulteriore di seguire e ricostruire le linee interpretative e le proposte che AB è andato suggerendo negli ultimi 38 anni.

    Questo percorso di analisi si costituirà di undici sezioni in cui analizzeremo altrettanti studi di AB nel quale egli ha toccato punti importanti del poema di Parmenide che in una forma o nell’altra sono stati ripresi e ampliati in questo volume.

    Di seguito si potranno trovare le sintesi delle lezioni, dei commenti alle lezioni e delle rispettive risposte di AB.

    La sezione introduttiva si chiude con un profilo biografico di AB." ) (p. 11)

    (...)

    "Infine, l’ultimo studio parmenideo pubblicato nel 2015 da AB, “Parménides se encuentra con la diosa”(19), è un lavoro nel quale vengono sviluppati alcuni dei punti che saranno esposti e portati alle estreme conseguenze nella prima Lezione Eleatica, quali l’atipicità del proemio in relazione alla tradizione letteraria precedente, in particolare in riferimento alla mancanza di una invocazione a una musa; l’assunto secondo cui si tratterebbe di un viaggio celeste nel carro del sole, da cui deriverebbe l’apparizione delle Eliadi; e, infine, la convinzione che non si tratta della descrizione o del riflesso di una esperienza reale, né di un’allegoria con significato occulto, ma dell’ «elaboración literaria del acceso a una gran verdad que el autor interpreta corno una revelación religiosa» (p. 29). Parmenide «situa lo que tiene que decir en el àmbito en el que en su època se situaban las verdades profundas, la iniciación» (p. 29). Questa sarà l’idea centrale della proposta che AB farà nella prima delle tre Lezioni Eleatiche.

    Questo percorso nell’opera di AB ha inteso essere propedeutico alla lettura delle tre Lezioni Eleatiche: quella di AB si è dimostrata una interpretazione forte, costruita nel tempo, nata dal tessere le fila delle dottrine del pensiero presocratico e di quelle orfiche nel contesto della letteratura e del pensiero antichi. Il quadro delineato dovrebbe agevolare e avvicinare il lettore alle tre Lezioni, di cui di seguito si offre una sintesi ragionata." (pp. 18-19)

    (19) Bernabé 2015 [in A. Fernandez Sanchez e Μ. Herrero de Jâuregui (eds.), ΑΕΙΛΕ ΘΕΑ. La inspiración en la poesia religiosa, Madrid], pp. 13-31.

  8. Galgano, Nicola S., Giombini, Stefania, and Marcacci, Flavia, eds. 2020. Eleatica Vol. 8: Verso la filosofia: Nuove prospettive su Parmenide, Zenone e Melisso. Baden-Baden: Academia Verlsg.

    Indice: Nicola S. Galgano – Stefania Giombini – Flavia Marcacci: Introduzione. ‘Ricostruire la scena’: gli Eleati secondo Livio Rossetti 11;

    Le Lezioni

    Livio Rossetti: Verso la filosofia. Nuove prospettive su Parmenide, Zenone e Melisso

    I. Parmenide 51; II. Zenone 91; III. Melisso 129; Bibliografía162;

    Il dibattito

    Mathilde Brémond: Qualche osservazione sulla ricezione dell’Eleatismo 171; Rose Cherubin: Comments on Livio Rossetti, Verso la filosofia. Nuove prospettive su Parmenide, Zenone e Melisso 183; Néstor-Luis Cordero: Parménide phusikós, oui, mais... 195; Vincenzo Fano: Discussione sulla ‘filosofia virtuale’ di Zenone secondo Livio Rossetti 199; Francesco Ferro: L’ἐόν e la sua manifestazione cosmica nel Poema di Parmenide 209; Walter Fratticci: Da un Parmenide paranoico a un Parmenide schizofrenico? 225; Nicola Stefano Galgano: Contro la tradizione, con la tradizione 233; Jaap Mansfeld: Another Parmenides 242;

    Alexander P. D. Mourelatos: Elements of Natural Science in the Second Part of Parmenides’ Poem: Comment on Livio Rossetti’s Lezione I at Eleatica 2017 244; Enrico Piergiacomi: Non di sola ontologia. Melisso e la logica delle apparenze? 251; Livio Rossetti: Habent sua fata libelli. In risposta 271;

    Gli autori 301-305.

    "Nel 2017, in occasione della decima edizione di Eleatica, di cui è stato ideatore e fondatore, Livio Rossetti è stato invitato dal Collegio dei Cittadini Onorari dell’Antica Città di Elea a offrire le tre lezioni magistrali che, fin dalla prima edizione, caratterizzano la struttura di questo evento.

    Ricorrendo alla ‘filosofia virtuale’ come chiave interpretativa, Rossetti ha analizzato il pensiero dei tre grandi esponenti della cosiddetta scuola Eleatica: Parmenide, Zenone e Melisso. Un progetto ambizioso quanto fruttuoso quello di guardare da una prospettiva inedita a questi tre pensatori: senza cedere a preconcetti e interpretazioni consolidate nella (vastissima) letteratura critica esistente sui temi, Rossetti ingaggia un personale e intenso corpo a corpo con gli Eleati col chiaro scopo di riscoprire e ridare valore ai loro aspetti maggiormente inediti e tralasciati, se non addirittura mai rilevati. In tal senso, l’approccio peculiare delle sue Lezioni Eleatiche risulta coraggioso, come d’altronde, la sua bibliografia ci ha abituati a pensare.

    Così a queste Lezioni sono seguiti due anni di lavoro e di scambi con colleghi e studiosi. Le analisi si sono intensificate, i risultati accresciuti, le prospettive rettificate, le divergenze appianate o acutizzate, le questioni aperte rinnovate.

    Prima di entrare nel vivo delle lezioni, intendiamo ripercorrere in maniera sintetica le indagini di Rossetti e il dibattito che esse hanno sollevato con altri studiosi. Si intende così offrire al lettore uno strumento agile per avere una visione generale dei risultati raggiunti in queste pagine." (p. 11)

  9. Pulpito, Massimo, and Berruecos Frank, Bernardo, eds. 2023. Eleatica Vol. 9: Aristotle and the Eleatics = Aristotele e gli Eleati. Baden-Baden: Academia Verlsg.

    Indice: M. Pulpito - B. Berruecos Frank: : Introduzione. Al limite della follia (GC [De generatione et corruptione] 325a19). L’eleatismo attraverso Aristotele 11;

    Le lezioni

    R. McKirahan: Aristotle and the Eleatics 43

    I An Aristotelianizing Parmenides 43; II Aristotle’s Parmenides 59; III Aristotle and Zeno 79; IV Aristotle’s Melissus 89; Bibliography 108;

    Il dibattito

    A. Bernabé: Cortesía y estrategia discursiva. Menciones de Zenón en Aristóteles 111; M. Brémond: Some Remarks on Aristotle’s Interpretation of Melissus 125; N.-L. Cordero: L’aristotélisation de Parménide, est-elle un parménidicide ? 135; P. Curd: Aristotle, Parmenides, Melissus (and Plato?) 147; L. Franchi: L’apparente contraddizione nel resoconto di Aristotele su Parmenide 157; R. Güremen: Melissus on Limits and Beginnings. Reflections upon McKirahan’s Lecture on Aristotle’s Melissus 175; M. Pulpito: Metaphysics of an Instant: A Dialogue with McKirahan on his “Aristotelianizing Parmenides” 189; B. M. Sattler: The relationship of Zeno and Parmenides according to Plato, Aristotle, and Eudemus. Reply to Richard McKirahan’s Lecture “Aristotle and Zeno” 203; E. Volpe: Some Footnotes to Richard McKirahan’s Lectures at Eleatica XI 217;

    R. McKirahan: Replies 227;

    Gli autor 237-240.

    "La discussione aristotelica del pensiero eleatico, e parmenideo principalmente, si sviluppa attorno ad almeno tre linee tematiche, che costituiscono il maggiore contributo testimoniale aristotelico sul tema. Se la seconda di esse affronta il cuore della tesi eleatica più nota, quell’ontologia monista e immobilista che Aristotele si propone di decostruire, le altre due si rivelano non meno significative e riguardano, l’una, lo statuto epistemologico della teoria di Parmenide e dei suoi seguaci, l’altra, il piano di compatibilità tra questa teoria e la trattazione fisica (tematica circoscritta all’interpretazione del solo Parmenide)." (p. 13)

    (...)

    "1. An Aristotelianizing Parmenides. – La prima lezione di RM Ruchard McKirahan], come recita il titolo, intende introdurre il lettore a un nuovo modo di interpretare la filosofia di Parmenide, che cerca di conciliarla e armonizzarla con le idee essenziali che definiscono il progetto filosofico di Aristotele, in particolare con la sua concezione della metafisica come scienza dell’essere in quanto essere e con la distinzione, centrale nel suo sistema di pensiero, tra metafisica e fisica. RM presenta la sua proposta come una nuova interpretazione, sebbene riconosca talune affinità con quella proposta da Thanassas (2007) e sia solidale con l’influente lettura di P. Curd (2004), la quale sostiene che Parmenide non fosse un monista numerico, ma un monista predicativo: quando Parmenide afferma che ciò che è è uno, ciò non significa che esista un’unica cosa, ma che ogni cosa che è è una cosa unitaria, d’un solo genere. Lo studio di RM esordisce stabilendo tre punti preliminari, prima di presentare la sua lettura aristotelizzante del fr. DKB8" (p. 24)

    Riferimenti

    Curd, P. 2004, The Legacy of Parmenides: Eleatic Monism and Later Presocratic Thought, 2nd edn., Las Vegas.

    Thanassas, P. 2007, Parmenides, Cosmos, and Being: A Philosophical Interpretation, Milwaukee.

  10. Cordero, Néstor-Luis. 2019. Supplementa Eleatica Vol. 1: Parmenidea. Venti scritti sull'Eleate e i suoi "eredi". Baden-Baden: Academia Verlag.

    A cxura di Massimo Pulpito.

    Indice: M. Pulpito: Prefazione 9;

    A. Il testo del Poema di Parmenide

    Introduzione 13; I. L’histoire du texte de Parménide 16; 2. Analyse de l’édition Aldine du Commentaire de Simplicius à la Physique d’Aristote 37; 3. Les sources vénitiennes de l’édition Aldine du Livre I du Commentaire de Simplicius sur la Physique d’Aristote 49; 4. La version de Joseph Scaliger du Poème de Parménide 69; 5. Le vers 1.3 de Parménide (“La déesse conduit à l’égard de tout”). 77; 6. Pourquoi Sextus cite le fr. 7.2 (DK) de Parménide après le vers 30 du fragment 1 (DK)? 97;

    B. La filosofia di Parmenide

    Introduzione 105; 7. La Déesse de Parménide, maîtresse de philosophie 110; 8. Parménide: la “rhétorique” de la Déesse 118; 9. Le logos comme critère chez Parménide 126; 10. Parménide platonisé (A propos du Parménide de Marcel Conche) 135; 11. En Parménides, tertium non datur 142; 12. Acerca de la inexistencia de una “tercera via de investigación” en Parménides 154; 13. Las “partes” del Poema de Parménides: un prejuicio interpretativo tràgico 171; 14. La “Doxa des mortels” n’est pas la “physique” de Parménide 181;

    C. Gli “eredi” di Parmenide

    Introduzione 191; 15. L'invention de l’école éléatique (Platon, Sophiste 242d) 194; 16. Simplicius et l’“école éléate” 214; 17. Jenófanes invitado a Elea... por H. Diels (Diogenes Laercio, IX.18) 228; 18. Una tragedia filosòfica, del “se es” de Parménides al “ser-Uno” de Meliso 234; 19. Zénon d’Elèe, moniste ou nihiliste? 243; 20. Zenón de Elea y Borges de Buenos Aires: una amistad a través del tiempo 263-269.

    "L’apporto principale che Corderò ha dato agli studi sul poema di Parmenide è consistito nell’insistenza sul netto dualismo che lo caratterizzerebbe: la visione pienamente negativa delle doxai dei mortali (non redibimili attraverso arbitrarie attenuazioni della dura condanna della dea, come invece è stato proposto da altri interpreti) si accompagnerebbe all'esclusione di una possibilità di conciliazione tra la verità e l’opinione, la cosiddetta ‘terza via’. È proprio questo ‘corto circuito’ ermeneutico che ha condotto Corderò negli ultimi tempi a separare la ‘doxa’ dalla fisica, e quindi, non trovando alcuno spazio terzo tra la sezione della verità e quella dell’opinione, a muovere i frammenti fisici dalla seconda alla prima parte. Oltre a ciò, Corderò aveva già mostrato come il riconoscimento dell’affermazione di una ‘terza via’ nel poema (terza, secondo i suoi sostenitori, rispetto alle due vie, cosiddette, dell’‘essere’ e del ‘non essere’) si fondasse in realtà non sul testo pervenuto, ma su una congettura del grande filologo Hermann Diels sul fr. 6, peraltro inaccettabile se considerata nel contesto del frammento." (pp. 9-10)

    (...)

    "Il tratto originario di questo percorso di ricerca si ritrova nei venti scritti (in francese e in piccola parte in spagnolo) qui raccolti. Il volume si divide in tre sezioni, introdotte da una breve presentazione dello stesso autore. La prima sezione è incentrata sui problemi di ricostruzione del testo del Poema, e si occupa della complessa trasmissione dei frammenti a noi noti. La seconda tratta dei nodi interpretativi posti dal pensiero dell’Eleate, a cui offre soluzioni originali. L’ultima sezione, dedicata ai cosiddetti ‘eredi’ di Parmenide (oltre che ad un suo ‘predecessore’), affronta invece le questioni legate all’esistenza della presunta ‘scuola’ di Elea." (p. 11)

  11. Mourelatos, Alxander P. D. 2022. Supplementa Eleatica Vol. 2: After Parmenides: Studies on Language and Metaphysics in Early Greek Philosophy. Baden-Baden: Academia Verlag.

    A cura di Massimo Pulpito.

    Table of contents: Author’s Prefatory Note 10: M. Pulpito: Prefazione 11; Acknowledgments 17; Abbreviations 18;

    Part I: Preliminaries and Fundamentals

    1. Presocratic Origins of the Principle that There Are No Origins from Nothing 21; 2. “Nothing” as “Not-Being”: Some Literary Contexts That Bear on Plato and also on Parmenides 36;

    Part II: The Discovery of Form

    3. Form as Shape, Array, Order: Earliest Approaches and Eleatic Scruples 49; 4. Quality, Structure, Emergence: in Anaxagoras, Philolaus, Democritus, and in Empedocles 79; 5. The Concept of the Universal in Some Later pre-Platonic Cosmologist 127; 6. Democritus on the Distinction Between Universals and Particulars: the Relevance of Fragments B124 and B165. 146; 7. Intrinsic and Relational Properties of Atoms in the Democritean Ontology 159;

    Part III: The Sophist’s Demurrer

    8. Gorgias on the Function of Language 183

    Bibliography 213; Indexes 227-239.

    "Il campo di studi principale di Alexander P. D. Mourelatos è stato il pensiero presocratico, assieme ad alcuni aspetti della filosofia di Platone e di Aristotele. Il suo primo libro, The Route of Parmenides, è stato pubblicato nel 1970, e poi riedito in una versione riveduta e ampliata nel 2008. Quel volume, apparso quando l’autore aveva solo trentatré anni, è ritenuto oggi uno dei testi più importanti della letteratura critica su Parmenide.

    Un posto particolare tra i Presocratici lo ricopre dai primi anni 2000 un pensatore pre-parmenideo, Senofane di Colofone, la cui fisica, talvolta marginalizzata, è stata invece l’oggetto di una originale reinterpretazione da parte di Mourelatos.

    Proprio a Senofane (e alla sua affascinante “astrofisica delle nuvole”) furono dedicate le lectiones magistrales che lo studioso tenne in italiano per Eleatica 2010, e che gli valsero l’anno dopo la Cittadinanza Onoraria dell’Antica Città di Elea. Le lezioni si intitolavano La “natura delle cose” prima di Parmenide: il mondo visto da Senofane, e offrivano uno sguardo lucido su una delle fasi più interessanti della riflessione naturalistica pre-parmenidea.

    Ma Mourelatos, già nei tre decenni precedenti, aveva riservato una serie di studi altrettanto significativi a quel che era avvenuto dopo Parmenide. E come avrebbe poi fatto nel caso di Senofane, in quegli studi egli problematizzò la lettura, fino troppo schematica, secondo cui tutto era legato (anche retrospettivamente) a Parmenide. Se nel caso del Colofonio Mourelatos avrebbe rivelato gli errori interpretativi generati dal “mito eleatico”, che aveva condotto a sovrainterpretare (e in ultima analisi a fraintendere) i versi di Senofane, degradandolo a mero precursore, nel caso dei filosofi post-parmenidei si era proposto di valutare il reale condizionamento che Parmenide (e l’eleatismo in genere) avevano determinato sulla filosofia successiva. Seppure, infatti, tale condizionamento appare innegabile, è alto il rischio di una sua sopravvalutazione, allorché tutta la riflessione successiva viene forzatamente ricondotta ad una mera replica all’eleatismo. Mourelatos si è sforzato di mostrare come il quadro fosse sensibilmente più complesso, cercando di far emergere anche i contributi più originali di questi pensatori (e cioè i cosiddetti Pluralisti, i Pitagorici – più nello specifico Filolao – ma anche figure più prossime all’eleatismo, come Melisso o, seppure polemicamente, Gorgia).

    È a questa fase della sua ricerca, incentrata sul pensiero post-parmenideo, che è dedicata principalmente questa raccolta. Il volume contiene otto saggi, di cui sette già pubblicati in inglese, e uno (il terzo di questo libro) che originariamente, in una versione ridotta precedente – qui sviluppata e ampliata – era stato pubblicato in greco moderno." (pp. 11-12)

  12. Volpe, Enrico, ed. 2022. Supplementa Eleatica Vol. 3: Le vie dell'essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide. Baden-Baden: Academia Verlag.

    Indice: E. Volpe: Introduzione 9; A. Bernabé: Dike in Parmenide e nella tradizione letteraria e filosofica greca 19; F. Montevecchi: Modi di essere uomini: Parmenide ed Empedocle. Riflessione sulla soggettività nel mondo antico 45; E. Piergiacomi: La logica degli atomi. Un dialogo tra Parmenide e Democrito? 63; M. Corradi: Πρὸς τοὺς ἓν τὸ ὂν εἰσάγοντας. Protagora davanti a Parmenide e Zenone 87; R. Ioli: Essere e nulla. Una riflessione su eleatismo e sofistica tra Parmenide e Gorgia 109; C. Marsico: From Filiar Love to the Parricide. Parmenides among the Socratics 131; E. Volpe In che senso 'tutto è uno'? La critica di Aristotele agli eleati in Ph. 1.2 151; A. Motta: La akribeia di Parmenide secondo Plotino (Enn. V l [10], 8) 169; M. Abbate: La dottrina ontologica di Parmenide nell'interpretazione di Proclo: il problema dell'unità originaria dell'essere nell'ottica tardo-neoplatonica 183;

    Gli autori 205-208.

    "Il presente volume raccoglie un insieme di nove saggi che hanno l'obiettivo di fare luce sul ruolo che il pensiero eleatico, in particolare quello di Parmenide, hanno avuto nell'ambito della riflessione filosofica antica e tardo-antica, una Wirkungsgeschichte che giunge fino alla riflessione procliana nel tardo Neoplatonismo.

    Lo scopo è quello di mostrare come il pensiero parmenideo, seppur secondo differenti accezioni e con finalità diverse, abbia avuto un ruolo fondamentale in diversi autori e tradizioni filosofiche, tanto da risultare determinante nella formazione di veri e propri sistemi filosofici oppure fungendo da punto di riferimento critico." (p. 9)

    (...)

    !L'insieme dei saggi che compongono il presente volume mostrano come la presenza di Parmenide si riveli un elemento di confronto costante per gli autori antichi successivi. La ricezione della dottrina di Parmenide viene assorbita e richiamata in diversi aspetti del pensiero filosofico, quali l'etica, il linguaggio, la teologia, la fisica, la metafisica e l'ontologia. Parmenide è dunque, in alcuni casi, una sorta di fondamentale punto di riferimento, la cui dottrina risulta imprescindibile e necessaria per la comprensione dello sviluppo del pensiero successivo. Allo stesso tempo, tuttavia, non mancano i casi in cui la dottrina di Parmenide venga posto sul banco degli imputati da autori che si rivolgono all' Eleate con un atteggiamento critico, cercando di mostrare come il ferreo razionalismo delle sue posizioni conduca, in alcuni casi, a un cortocircuito logico-ontologico difficile da accettare nella sua radicalità.

    In conclusione, ciò che emerge con chiarezza da tutti gli studi di questo volume è il fatto che non sia possibile affrontare alcuni grandi temi filosofici del pensiero antico senza prendere nella dovuta considerazione il condizionamento o almeno la suggestione che il pensiero eleatico ha fortemente esercitato sulla riflessione a lui successiva." (p. 18).